Dott. Enrico Ballor – Pneumologo Torino
Terapie e Consigli

Si Può Vivere con un Solo Polmone?

“E’ possibile vivere con un polmone solo?”

“Si può vivere anche senza un polmone?”

“Se mi tolgono un polmone cosa succede? Respiro lo stesso anche solo con l’altro?”.

Questa e altre domande simili mi sono state rivolte, negli anni, dai miei pazienti in occasione della necessità di doversi sottoporre ad intervento di asportazione di un intero polmone (pneumonectomia) o anche solo di una sua parte (lobectomia e resezioni atipiche) per la presenza di un tumore maligno del polmone.

Non solo il tumore polmonare maligno, tuttavia, può giustificare un intervento demolitivo di questo tipo, in quanto ci sono condizioni non tumorali, quali ad esempio le gravi forme bronchiectasiche suppurative prevalenti in un polmone, che possono prevederlo (solitamente lobectomia) tra le opzioni terapeutiche.

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Togliere un polmone non è certamente cosa da poco, ma ciò che si deve sempre tener presente è il fatto che, nel momento in cui si decida per questo tipo d’intervento, si devono soprattutto prendere in considerazione non solamente i rischi chirurgici legati all’atto operatorio, quanto invece i rischi che si correrebbero a non togliere il polmone in presenza di un tumore maligno trattato magari con soluzioni meno radicali ma al contempo meno efficaci (radioterapia o chemioterapia non come utile integrazione con la chirurgia, ma alternativi all’intervento solo per paura).

Stabilito, quindi, di procedere all’intervento chirurgico di resezione polmonare, il paziente viene spesso assalito da alcuni dubbi relativi non solamente all’atto operatorio in sé, quanto anche alle conseguenze dello stesso, sia nell’immediato post-operatorio, sia a distanza di tempo.

E tra queste gioca un ruolo rilevante la preoccupazione relativa alla capacità di respirare senza disagio respiratorio (dispnea) dopo l’intervento.

Ricordo, a questo proposito, alcuni punti importanti con i quali riportare serenità al paziente da sottoporre a pneumonectomia:

  • Prima di sottoporre il paziente a pneumonectomia o a resezioni che, per quanto volumetricamente meno importanti, potrebbero comportare una difficoltà del paziente a respirare dopo l’intervento, si procede sempre ad un’attenta valutazione fisiopatologica pre-operatoria.
  • Tale valutazione prende in considerazione non solamente una simulazione dei periodi successivi all’intervento, ma altresì i rischi di complicazioni cardiorespiratorie nel corso dello stesso.
  • Queste valutazioni vengono, in ogni caso, sempre messe in relazione alle possibilità di sopravvivenza del paziente nel caso d’inadeguatezza nel trattamento.
  • La valutazione pre-operatoria comporta prove di funzionalità respiratoria (spirometria) e altre prove funzionali più approfondite non invasive e senza rischi per il paziente.
    Si ammette che quando il paziente non presenti dispnea prima dell’intervento, sia sufficiente un FEV 1 > 80% (del teorico) per procedere a pneumonectomia, ed un FEV1 > 60% (del teorico) per eseguire una lobectomia.
    Per coloro, invece, che hanno una dispnea da sforzo già preesistente all’intervento, la sola spirometria può non risultare sufficiente a conclusioni di certezza e si procede, in questo caso, ad un test funzionale di diffusione del monossido di carbonio (DLCO). In tal modo si definisce il tipo d’intervento (pneumonectomia o lobectomia) che il paziente può tollerare per non vedere peggiorare il suo disagio respiratorio oltre quello già presente prima dell’intervento (la complessità dei calcoli funzionali esula dalle finalità divulgative del presente testo).
  • In tutti i pazienti nei quali si riscontrino alterazioni funzionali respiratorie, si procede con una scintigrafia polmonare perfusionale per completare la simulazione della residua funzione respiratoria dopo l’intervento.
  • Anche il test da sforzo cardio-polmonare fa parte dei test pre-operatori, insieme all’emogasanalisi arteriosa, al walking test (6-MWT) e ad un’accurata valutazione cardiologica. In base al risultato ottenuto si deciderà per una più demolitiva pneumonectomia o per una più limitata lobectomia, potendo contare su verosimili margini di realtà della situazione respiratoria post-operatoria ipotizzata.
  • Una buona ginnastica respiratoria post-operatoria, praticata con l’aiuto di un fisioterapista esperto in fisiokinesiterapia respiratoria, può aiutare a riappropriarsi di un corretto e più funzionale modo di respirare successivo all’intervento.
    Tale tipo d’intervento è spesso in grado di ridurre il disagio respiratorio nell’immediato post-operatorio e consente di riallenare adeguatamente l’intera muscolatura respiratoria, rendendo in tal modo più rapido e durevole il recupero anche per quella mutata condizione fisica e respiratoria che l’intervento ha imposto.

Consiglio, pertanto, ai pazienti che debbano essere sottoposti a resezione polmonare completa o parziale, di affidarsi con fiducia alle valutazioni pneumologica e toraco-chirurgica pre-operatorie utili a predire la loro futura capacità respiratoria, affrontando in tal modo, con minore apprensione, quel particolare momento di una cura spesso indispensabile.

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