Dott. Enrico Ballor – Pneumologo Torino
AsmaSintomi e Diagnostica

Bambino Asmatico e Sport: i 10 Consigli dello Specialista

“Quale attività sportiva può praticare mio figlio che soffre di asma?”.

E’ una domanda ricorrente che diverse volte mi sono sentito rivolgere da genitori preoccupati per la pratica sportiva dei loro figli asmatici.

Ciò che desidero fin da subito chiarire è che l’asma bronchiale, per quanto malattia certamente meritevole di tutte le attenzioni, non deve assolutamente diventare un problema anche invalidante.

Non deve impedire, cioè, il normale e corretto sviluppo psico-fisico della persona che ne è affetta, garantendone al contempo la possibilità di un armonico sviluppo e di una normale vita relazionale, specie quando ad esserne colpito è un bimbo o un giovane in fase di crescita.

Da quanto detto risulta chiaro quanto il consentire al paziente asmatico una normale e benefica attività fisica e sportiva rappresenti una priorità ben al di la del semplice controllo farmacologico del broncospasmo che caratterizza la malattia asmatica.

Numerosi atleti e campioni dello sport asmatici, realizzati nella vita, confermano queste prime affermazioni.

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Quali sport può praticare un bambino asmatico?

Il bambino asmatico deve poter praticare qualunque sport, ad esclusione degli sport subacquei e dell’equitazione nel caso in cui sia allergico alla forfora (pelo) del cavallo.

Aiutarlo a scegliere lo sport che più gli piace, come qualunque genitore farebbe con un figlio non asmatico, serve soprattutto a farlo sentire “uguale agli altri”, confermandogli che la malattia asmatica è da rispettare, senza doverla temere oltre misura.

Far si che il bimbo si senta normale è un indispensabile ed irrinunciabile momento della sua crescita che garantisce la possibilità di farne un adulto sano.

Non potendo, tuttavia, ignorare la malattia, consiglierei di tener conto di una serie di indicazioni che aiuteranno a favorire la migliore integrazione tra asma e sport sicuro.

Quali consigli per lo sport nei bambini asmatici?

Esistono alcuni punti importanti che consiglio di non trascurare se si vuole centrare l’obiettivo di rendere lo sport, per il bimbo asmatico, un momento importante e creativo della sua vita, senza che questo possa rappresentare un rischio per la sua sicurezza.

Tra questi:

  • scegliere uno sport che, prima di tutto, lo diverta e che abbia caratteristiche tecniche compatibili con la struttura fisica del bambino, senza le quali esiste il rischio concreto di affaticarlo oltre il consentito e di frustrarne pericolosamente le aspettative
  • valutare con lo specialista l’opportunità di esposizione ed i tempi di permanenza all’aria fredda durante la pratica sportiva nel periodo invernale (sci, snow board, pattinaggio, hockey su ghiaccio, podismo, atletica, ecc.)
  • nel caso di allergia agli acari della polvere, valutare con lo specialista l’opportunità e le misure di prevenzione degli accessi asmatici derivanti dalla pratica sportiva in ambienti chiusi in cui sia impossibile o difficile evitare il contatto con l’allergene, per concordare l’eventuale e più opportuna premedicazione farmacologica (inalazioni preventive con farmaci dedicati) ed i consigli pratici per limitare i rischi.
    Nel caso di palestre troppo polverose sarà opportuno evitare non tanto “quel tipo di attività sportiva”, quanto “quella palestra”!
  • se il bimbo sceglie il nuoto, valutare l’eventuale frequentazione di piscine prive di cloro (sterilizzazione dell’acqua con ozono) nel caso in cui il bimbo sia sensibile ai suoi vapori, contattando eventualmente le istituzioni sportive autorizzate, (CONI, ecc.) per farsi indicare le sedi riconosciute
  • in caso di pratica sportiva all’aria aperta (attività abituale o competizioni) in asmatici allergici ai pollini, non dimenticare mai di definire con lo specialista luoghi e periodi dell’anno in cui i rischi si mantengono contenuti, senza dimenticare la necessità di una corretta gestione e di un impiego temporaneo dei farmaci antiasmatici e antiallergici (vedi anche “Malattie allergiche delle vie aeree” e “Pollinosi”)
  • accertarsi che il bambino abbia con sé i farmaci “al bisogno” e abbia correttamente assunto la terapia prescritta dallo specialista (spray predosati, compresse, aerosol, ecc.) prima di iniziare l’attività sportiva
  • lasciare sempre al bimbo una copia scritta della terapia in corso comprendente le misure più efficaci da mettere in atto in caso di crisi asmatica, comunicando tutto ciò all’allenatore o alla persona preposta alla sicurezza del bambino durante l’attività sportiva
  • concordare con lo specialista un’attività fisica che risulti congrua, per intensità e durata, con le caratteristiche fisiche e temperamentali del bambino, indipendentemente dallo sport prescelto
  • l’inizio dolce e senza acuti della pratica sportiva (riscaldamento lento e progressivo) comporta meno rischi di scatenare crisi asmatiche da sforzo (“asma da sforzo”) legate ad un troppo rapido raffreddamento o ad un’eccessiva iperventilazione delle vie aeree all’inizio dell’impegno, specie in bambini con iperreattività bronchiale aspecifica (vedi anche “ Iperreattività bronchiale aspecifica”)
  • insegnare al bimbo asmatico che lo sport è e dev’essere, prima di tutto, un piacere personale che, senza assoluta preclusione di una dimensione agonistica mantenuta entro i limiti dell’intelligenza, dev’esser concepito per “far bene” e non per nuocere, assistendo e rimanendo accanto al piccolo sportivo nell’accettare una dimensione dello sport che escluda quegli eccessi di rivalità a rischio di trasformare un momento favorevole e salutare in un piccolo dramma.

Quali sono i vantaggi della pratica sportiva nel bimbo asmatico?

Consentire al bimbo asmatico una piacevole e salutare pratica sportiva permette di confermargli la possibilità di muoversi nel mondo sentendo meno il peso della malattia, mantenendo altresì quegli indispensabili spazi di normalità di cui ogni bambino ha bisogno.

L’asma non è, e non deve diventare, limitazione impropria di quella normale vita di relazione tanto indispensabile nelle fasi di sviluppo.

Far comprendere ciò, prima di tutto, ai genitori che comprensibilmente vivono con apprensione ogni scelta relativa alle novità che riguardino il loro piccolo “fischiatore”, equivale ad assisterli nella possibilità di operare senza rischi quelle scelte indispensabili per un suo armonico sviluppo fisico e mentale, favorendo in questo modo non soltanto un migliore risultato nella vita ma, altresì, un più corretto modo di curare l’asma.

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