“Lo Pneumologo Risponde” è la nuova rubrica di questo sito dedicata alle curiosità dei lettori.
La domanda di questa uscita è:
Perché dopo la pioggia la mia asma bronchiale alle graminacee peggiora anziché migliorare?
Cerco di interpretare la domanda di questo giovane asmatico.
In realtà, a ben pensarci, per un asmatico allergico ai pollini la pioggia dovrebbe rappresentare un evento favorevole, in quanto condizione meteorologica in grado di ridurre la quantità di granuli pollinici sospesi nell’aria.
La pioggia, infatti, con il suo “lavare” l’aria, riduce il numero di pollini che il soggetto asmatico respira nel periodo di pollinazione, riducendo in tal modo i sintomi dell’asma.
Questo ragazzo, invece, sembra affermare esattamente il contrario.
Beh, devo dire che esiste una ragione in grado di giustificare ciò che lui afferma.
A patto che se ne aggiunga un pezzo … un pezzo alla domanda.
E cioè …. “Perché quando piove e in una giornata calda, subito dopo la pioggia rispunta il sole, la mia asma peggiora?”.
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Adesso ci siamo.
Si perché se ci fermiamo alla sola pioggia i sintomi migliorano, in quanto meno polline è presente nell’aria.
Se però, dopo la pioggia, facciamo spuntare un sole caldo che asciuga tutto e fa evaporare l’acqua caduta sul terreno, beh .. allora … tutto si spiega.
Si perché i pollini caduti a terra, immersi nell’acqua, liberano le loro proteine allergeniche presenti all’interno dei milioni di granuli di polline finiti a terra, dissolvendole in essa.
Si viene così a creare una vera e propria soluzione acquosa contenente una grande quantità di allergeni che, in tal modo, fatti evaporare dal sole caldo, ritornano nell’aria sotto forma di aerosol e divengono nuovamente ancor più facilmente respirabili dal paziente asmatico.
Tutto qui.
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