L’asma bronchiale allergico rappresenta una tra le più classiche malattie allergiche dell’apparato respiratorio (vedi “Asma bronchiale: malattia da conoscere”).
Tra le varie forme allergiche in grado di determinare asma bronchiale ne esiste una, a comparsa primaverile (mesi da marzo a giugno), legata alla sensibilizzazione al polline di una particolare famiglia di piante denominate graminacee (poaceae).
Esse consistono in specie erbacee molto comuni in Italia (erbe dei prati, ma non solo), presenti, ai climi più diversi, non solamente nelle pianure del nostro Paese ma altresì riscontrabili anche alle quote più alte.
Le quasi 9400 diverse specie, presenti praticamente in quasi tutti i tipi di habitat naturali (prati, campi, pascoli, boschi, radure, ecc.), hanno capacità allergenica molto diversa tra loro, andando da specie decisamente poco allergeniche, quali
- phragmites australis (cannuccia delle paludi)
- cynodon dactylon (erba canina o gramigna comune)
- alcuni tipi di avena (avena sativa)
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fino alle specie più allergeniche rappresentate da
- phleum pratense (coda di topo o codolina)
- dactylis glomerata (erba mazzolina)
- lolium italicum (loglio)
- lolium perenne (loglietto inglese o loglietto o logliarello)
- secale cereale (segale), che raggiunge il più elevato potere allergenico tra le graminacee.
Nel corso dell’impollinazione anemofila (affidata al vento) le graminacee liberano nell’aria milioni di granuli di polline allergenico che si rendono responsabili delle diverse forme cliniche bronchiali e rino-congiuntivali.
Tenuto conto che una sola spiga presente sullo stelo di una pianta (infiorescenza del fiore) è in grado di contenere da 6 a 8 milioni di granuli di polline, è facile comprendere quale enorme quantità di materiale allergenico possa essere immesso nell’aria in primavera nel corso di una giornata ventosa.
Le principali specie di graminacee allergeniche in grado di provocare asma (vedi “Pollinosi“ – “Malattie allergiche delle vie aeree”) sono rappresentate da:
- Agropyron repens (dente canino o caprinella)
- Agrostis alba (capellini)
- Anthoxanthum odoratum (paleo odoroso)
- Avena sativa (avena)
- Bromus mollis (spigolina)
- Cynodon dactylon (erba canina o gramigna comune)
- Dactylis glomerata (erba mazzolina)
- Festuca elatior (paleo dei prati)
- Holcus lanatus (bambagiona)
- Hordeum vulgare (orzo)
- Lolium italicum (loglio)
- Lolium perenne (loglietto inglese o loglietto o logliarello)
- Phleum pratense (coda di topo o codolina)
- Poa annua (gramigna dei sentieri)
- Poa pratensis (erba fienarola)
- Secale cereale (segale)
- Sorghum vulgare (sorgo)
- Tricum aestivum (grano tenero)
- Tricum durum (grano duro)
- Zea mays (granturco o mais)
La sensibilizzazione allergica alle graminacee si rende responsabile non solamente di asma bronchiale, ma preesiste spesso all’asma con le sole manifestazioni allergiche a carico del naso (rinite allergica) o degli occhi (congiuntivite allergica), coinvolgendo spesso contemporaneamente entrambi gli organi (oculo-rinite allergica).
Quasi un paziente su due, inizialmente affetto da sola rinite o oculo-rinite allergica alle graminacee, può veder peggiorare il suo stato di malattia diventando, nel tempo, anche asmatico.
In corso di asma allergico alle graminacee compaiono i ben noti sintomi della malattia asmatica, consistenti in tosse, dispnea (difficoltà respiratoria), sibilo espiratorio (vedi “Sento un fischietto quando respiro! Che cos’è?”) e sensazione di costrizione al torace.
Specie in età pediatrica, le crisi asmatiche preoccupano particolarmente non solo il bambino ma anche i genitori (vedi “Asma del bambino: i 10 consigli dello pneumologo per l’asma in età pediatrica”).
Tali sintomi consentono di orientare la diagnosi che verrà successivamente confermata dallo specialista pneumologo anche attraverso un esame spirometrico (spirometria).
Qual è la corretta terapia dell’asma da graminacee?
La corretta terapia dell’asma allergico alle graminacee prevede non solamente una corretta scelta dei farmaci atti a prevenire le crisi e a gestirne correttamente gli stati di malattia conclamata, ma altresì tutta una serie di misure non farmacologiche indispensabili a minimizzare il rischio del manifestarsi delle crisi respiratorie.
Tra queste ritengo prioritario:
- Praticare correttamente la terapia inalatoria prescritta (vedi “Asma e malattie respiratorie ostruttive: corretto uso delle bombolette e dei “device” a polvere secca nella cura”).
- Rispettare i numerosi consigli che compaiono nei testi di approfondimento indicati sopra tra parentesi, ai quali si rimanda per una trattazione completa.
- Non scordarsi di somministrare antistaminici locali e per via generale nel caso in cui sia presente una concomitante rinite allergica.
Per quanto, infatti, gli stessi siano inefficaci sul broncospasmo, aiutano tuttavia a ridurre la difficoltà respiratoria del paziente asmatico, secondaria anche all’ostruzione delle fosse nasali presente in caso di rinite. - Iniziare la terapia farmacologica dell’asma e delle forme allergiche nasali e oculari già in periodo pre-stagionale, prima cioè dell’inizio dell’impollinazione delle graminacee
- Scegliere con attenzione il luogo dove trascorrere le vacanze (vedi “Asma allergico e luogo di vacanze: i consigli dello pneumologo”).
In tal modo si eviterà l’esposizione ad allergeni magari non più presenti in pianura, in un periodo in cui essi fanno invece la loro comparsa alle quote più alte. - Utilizzare gli appositi calendari pollinici per evitare l’esposizione del paziente al polline nel periodo critico, prestando attenzione, nel periodo primaverile in pianura ed in estate alle quote maggiori, ad evitare le attività sportive all’aperto (vedi “Bambino asmatico e sport: i 10 consigli dello specialista”).
In ogni caso consiglio all’asmatico allergico alle graminacee, con o senza oculo-rinite allergica, un programma di cura ben articolato concordato con lo pneumologo.
Lo specialista saprà prescrivere non solamente i farmaci più indicati per il singolo paziente ma saprà anche consigliare lo stesso su tutto ciò che serve conoscere per controllare la malattia e per minimizzarne i sintomi.
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