Dott. Enrico Ballor – Pneumologo Torino
AsmaInfettive Infiammatorie e Allergiche

Istamina, Asma, Alimenti e Allergia: il Parere dello Pneumologo

L’istamina, sostanza organica prodotta nell’organismo per decarbossilazione dell’aminoacido istidina ad opera di un enzima ( istidin-decarbossilasi), è coinvolta, con dinamiche diverse, in molteplici processi patologici che possono convergere, per vie diverse, fino a sfociare in una crisi d’asma (vedi “Asma bronchiale: malattia da conoscere”).

Una volta formata, essa viene degradata chimicamente (catabolismo) da un altro enzima (diamminossidasi – DAO), fino a perdere le caratteristiche funzionali che ne definiscono i vari effetti in funzione dei recettori sui quali agisce.

Questi vanno

  • dall’intervento nei processi secretivi cloro-peptici dello stomaco
  • alla possibilità di provocare prurito
  • al ruolo nei processi cerebrali come neuro-mediatore

fino a rendersi responsabile

  • di accelerazione del battito cardiaco
  • della perdita di liquidi dai vasi sanguigni per aumento della permeabilità degli stessi
  • fino allo spasmo dei muscoli lisci bronchiali (broncospasmo), responsabile di crisi asmatiche.

L’istamina, quindi, non solamente viene prodotta e liberata dalle cellule dell’organismo che la contengono, anche in risposta a meccanismi vari, talora diversi da quelli “solo” reaginici dell’allergia immediata provocata dall’intervento di particolari anticorpi detti “reagine” (IgE), ma spesso è introdotta nell’organismo già disponibile attraverso diversi alimenti e prodotti che la contengono già pronta o che ne facilitano il rilascio, una volta ingeriti e assorbiti dall’intestino.

In molti altri casi, invece, esistono veri e propri meccanismi immuno-allergici IgE-mediati che sono in grado di liberarla da alcune particolari cellule che la contengono preformata ( mastociti peri-vascolari delle mucose e granulociti basofili circolanti).

Ciò che comunque rappresenta l’effetto finale della sua presenza quando si libera nell’organismo, indipendentemente dalla sede di produzione, dalla fonte del rilascio e dal meccanismo fisiopatologico sotteso, è la possibilità di vederla implicata nel determinismo di accessi asmatici anche gravi.

Esistono, quindi, varie possibilità attraverso le quali l’istamina si può rendere disponibile nell’organismo per interagire con i recettori presenti nei muscoli lisci della parete dei bronchi, generando, in virtù della sua presenza e del suo diretto intervento sui bronchi, una crisi d’asma.

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Alimenti contenenti istamina in quantità elevate

Esistono particolari alimenti che contengono grandi quantità di istamina preformata e, come tali, sono in grado di determinare crisi asmatiche per intervento diretto della stessa sui recettori bronchiali.

Tra questi:

  • tonno
  • aringhe
  • acciughe
  • sardine
  • sgombri
  • salmone
  • alici
  • crostacei
  • frutti di mare
  • pomodoro
  • succo di pomodoro
  • Ketchup
  • formaggi fermentati
  • Emmental
  • parmigiano
  • insaccati e salumi vari
  • salsiccia
  • carni conservate in scatola
  • spinaci
  • crauti
  • melanzana
  • pera
  • kiwi
  • pompelmo
  • lampone
  • banana
  • ananas
  • avocado
  • germe di frumento
  • aceto
  • salsa di soia e prodotti contenenti soia
  • birra
  • vino
  • alcool in genere (fermentati) pizza

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L’elevata quantità di istamina contenuta in tali alimenti, insufficiente a provocare sintomi da intolleranza (in questo caso non si parla di “allergia”) in pazienti che abbiano un’adeguata presenza di DAO a livello della mucosa intestinale, si rende invece responsabile della comparsa di sintomi proprio per l’insufficienza funzionale o quantitativa della diamminossidasi che dovrebbe neutralizzare l’istamina introdotta.

Si tratta, quindi, non tanto di un eccesso di istamina “assoluto”, ma di un eccesso “relativo” all’incapacità che quei particolari pazienti hanno di degradare l’istamina fino a inattivarla.

Sono questi i casi in cui la supplementazione (prima del pasto) di diamminossidasi di sintesi (farmaco disponibile in commercio in capsule contenenti granuli attivi di DAO), riesce a ridurre talora sensibilmente i sintomi del paziente.

Alimenti in grado di facilitare il rilascio di instamina quando introdotti

Ci sono poi alimenti che non contengono grandi quantità di istamina pre-formata, ma che sono in grado di facilitarne il rilascio dai siti dell’organismo ove questa è già disponibile.

Tra questi:

  • ananas
  • agrumi
  • papaya
  • fragole
  • mirtillo rosso
  • frutta secca
  • noci, arachidi
  • anacardi
  • mandorle
  • liquirizia
  • spezie
  • crostacei
  • molluschi
  • pesce
  • albume dell’uovo
  • cioccolato
  • cacao
  • fagioli
  • lenticchie
  • fave
  • legumi
  • conservanti alimentari anti-muffe (benzoati)
  • fecola di patate
  • alimenti contenenti lieviti, birra
  • vino
  • spumante
  • alcool in genere (fermentati)
  • caffè
  • bevande contenenti Cola

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Alimenti responsabili di allergia IgE mediata in pazienti sensibilizzati

E’ questo il caso in cui, con il ben più classico e comune meccanismo immuno-allergico dipendente dalla presenza di anticorpi (immunoglobuline) della classe IgE (reagine) sensibilizzanti il paziente (allergia ad alimenti), il rilascio di istamina nell’organismo avviene come conseguenza dell’incontro tra alimento al quale il paziente risulta allergizzato e le specifiche IgE sensibilizzanti.

E’ possibile individuare tali alimenti attraverso le prove allergometriche cutanee “in vivo” (PRICK TEST) o attraverso i test allergometrici “in vitro” con prelievo di sangue (RAST IgE-specifiche anti-allergeni alimentari).

Si tenga presente che, come dirò al paragrafo successivo, esistono alimenti in grado di dar luogo a manifestazioni allergiche asmatiche con rilascio istaminico, in virtù del fatto che possiedono una reattività crociata con alimenti o con sostanze anche non alimentari (ad esempio pollini) alle quali il paziente risulti allergico.

La conoscenza di tali alimenti cross-reagenti deve essere tenuta in conto per limitare la comparsa di sintomi diversamente più difficilmente spiegabili.

Alimenti che crociano con altre sostanze anche non alimentari alle quali il paziente è allergico

Come dicevo sopra, esistono alimenti e allergeni pollinici (vedi “Pollinosi” e “Malattie allergiche delle vie aeree ”) che pur risultando negativi ai test diagnostici allergologici, si dimostrano in grado, una volta entrati in contatto con l’organismo, di sviluppare tutta la serie di conseguenze negative tipiche della sintomatologia allergica.

Interessante, in questo senso, la possibilità che la sensibilizzazione del paziente ai pollini di qualche pianta, generi risposte allergiche in presenza di alimenti che con essi condividono gruppi chimici dotati di capacità allergenica.

Faccio il caso del paziente allergico alle graminacee dei nostri prati, che manifesti sintomi di allergia (anche asmatici) se consuma sedano o pomodoro.

CROSS-REATTIVITA TRA POLLINI ALLERGENICI E ALIMENTI

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Sostanze che diminuiscono l’attività del DAO

Uno dei meccanismi attraverso i quali l’intolleranza a elevate concentrazioni di istamina può manifestarsi, può riguardare la ridotta capacità della diamminossidasi (DAO) di catabolizzare l’istamina introdotta fino a inattivarla, privandola in tal modo di quegli effetti biologici che ne giustificano i sintomi.

Si tenga presente che l’alcool in generale è in grado di ridurre l’attività del DAO, rappresentando in tal senso un nemico in più in grado di favorire la comparsa della sintomatologia da istamina.

In quanto dotato di effetto vasodilatatore, inoltre, l’alcool tende ad aggravare la congestione vascolare negli organi ove i sintomi allergici si presentano, facilitando, ad esempio, l’ostruzione delle fosse nasali ed il disagio respiratorio conseguente, nel caso in cui il paziente presenti sintomi rinitici.

Situazioni concomitanti che complicano il quadro allergico

La situazione nei pazienti allergici può, poi, ulteriormente complicarsi per la concomitante presenza di allergie a sostanze (ad esempio il nichel) contenute in alcuni alimenti, che diverrebbero per questo responsabili di sintomi di “allergia” e obbligherebbero il paziente a escludere dalla dieta altri alimenti oltre a quelli già evitati in quanto appartenenti alle liste viste sopra:

  • crostacei
  • astice
  • molluschi
  • aringhe
  • tonno
  • salmone
  • sgombro
  • frutti di mare
  • cereali integrali
  • cavolfiore
  • cipolla
  • carote
  • asparagi
  • sedano
  • spinaci
  • pomodori
  • rabarbaro
  • legumi
  • cicoria
  • cetrioli
  • ciliegia
  • melone
  • noce
  • mandorla
  • banana
  • pera
  • fegato
  • cannella
  • chiodi di garofano
  • alloro
  • pepe
  • noce moscata
  • liquirizia
  • farine di avena e di mais
  • latte vaccino
  • vino
  • lievito
  • oli vegetali
  • cacao
  • cioccolato
  • semi di soia
  • alimenti in scatola

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Conclusione

Voglio ancora ricordare che, indipendentemente dai sintomi respiratori più propriamente asmatici, nei pazienti con sintomatologia da istamina il disagio respiratorio può riguardare anche le fosse nasali, con comparsa di starnutazione e manifestazioni cliniche sovrapponibili a quelle della rinite allergica.

Oltre a questi sintomi istamino-correlati più propriamente focalizzati sulle vie aeree, ne esistono altri extra-respiratori tra i quali dolore allo stomaco, nausea, diarrea, crampi addominali con o senza eruttazione e flatulenza, cefalea (mal di testa), emicrania, prurito cutaneo diffuso con o senza manifestazioni dermatologiche (orticaria o eruzioni cutanee) e tachicardia.

Consiglio, inoltre, di tener conto del fatto che, se il paziente rientra in uno dei problemi da istamina sopradescritti, la concomitante ingestione di due o più alimenti riportati nelle liste precedenti può aggravare la sintomatologia da intolleranza, moltiplicando esponenzialmente la sintomatologia.

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