Dott. Enrico Ballor – Pneumologo Torino
Sintomi e Diagnostica

Tosse con Catarro: il Parere dello Pneumologo

Penso che non esista in medicina respiratoria sintomo più frequente della tosse accompagnata da catarro.

E penso che non esistano limiti alla fantasia popolare nel proporre rimedi ed elisir di ogni tipo per cercare di risolvere il problema.

Prima di passare alla cura del catarro che ci fa tossire, tuttavia, consiglio sempre di individuare con pazienza le cause che lo generano, in modo da proporre una soluzione che tenga conto, prima di tutto, dei motivi che lo provocano.

Un tale approccio al problema, infatti, che non si limiti soltanto a spegnere il sintomo senza tener conto delle sue cause, riduce la possibilità di vederlo ricomparire dopo averlo apparentemente risolto, evitando inoltre la possibilità di cronicizzarlo nel tempo.

Cos’è e che ruolo ha il catarro?

Vorrei innanzitutto chiarire che il “catarro” di cui stiamo parlando, consiste in quella particolare secrezione prodotta dalle ghiandole siero-mucose presenti praticamente ad ogni livello dell’apparato respiratorio.

Esistono, dalle fosse nasali fino ai piccoli bronchi, ghiandole muco-secernenti che producono un secreto aventi finalità difensive.

Esso è in grado di catturare, inglobandolo, il corpuscolato delle micro-polveri inquinanti penetrate all’interno dell’apparato respiratorio e le stesse cellule batteriche infettanti provenienti dall’esterno.

La presenza di tale secreto prodotto in abbondanza sulle superfici mucose del tratto respiratorio, quindi, e lì a segnalare che l’organismo, irritato dal nemico esterno, si è accorto del materiale impropriamente penetrato e si adopera per eliminarlo dopo averlo catturato, riportandolo all’esterno attraverso la clearance muco-ciliare.

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Essa consiste in un sofisticato meccanismo di pulizia delle vie aeree reso possibile dal “battito metacronale” delle micro-ciglia che rivestono le superfici mucose delle vie aeree.

Definendo le ciglia un movimento ordinato di “va e vieni” a onde successive, “come spighe di grano mosse dal vento in un campo”, esse imprimono al muco una progressione continua sempre nello stesso senso che gli consente, grazie a questi ondeggiamenti unidirezionali, di essere trasportato con un movimento lento e incessante verso la bocca, da dove potrà poi facilmente essere eliminato con la tosse (vedi “ Tosse persistente dell’adulto e del bambino”) o deglutito, liberando in tal modo lo spazio respiratorio dal materiale inerte impropriamente e pericolosamente penetrato nelle vie aeree.

Cosa causa la maggiore  produzione di catarro?

Definito che la presenza di un “film” di secreto mucoso prodotto dalle ghiandole muco-secernenti è sempre presente sulle mucose che tappezzano l’apparato respiratorio dal naso al polmone, vediamo quali sono i motivi che possono aumentarne in modo importante la sua produzione (ciò che poi chiamiamo “catarro”) come conseguenza di una vera e propria “irritazione” delle ghiandole muco-secernenti stimolate a produrlo per cause infettive, infiammatorie, allergiche o tumorali, provocando quella tosse “produttiva” che consente di espellerlo (espettorazione attraverso la bocca).

  • Molte patologie delle fosse nasali, sia di natura infettiva, sia di natura allergica, sono responsabili di aumentata produzione di catarro, con la presenza di tosse “grassa” (produttiva) segno della diretta irritazione dei recettori tussigeni posti nel rino-faringe e nell’oro-faringe stimolati meccanicamente dal lento defluire del catarro verso la parte più posteriore delle fosse nasali.
    Ciò è vero in modo particolare nei bambini, che presentano una maggior ricchezza di recettori tussigeni posti nelle sedi precedenti e in prossimità delle tube che drenano i secreti dall’orecchio medio.
    Questa maggior presenza di recettori di tosse nei bimbi, giustifica la presenza e la persistenza di sindromi catarrali di lunga durata con tosse produttiva abbondante ad ogni comparsa di infezione delle cavità rino-faringee.
    Lo stesso dicasi per la zona faringo-laringea, particolarmente sensibile agli stimoli irritativi e produttrice di notevoli quantità di secreto catarrale.
    Anche le forme allergiche, tra le quali la rinite allergica, possono rendersi responsabili della produzione di grandi quantità di muco che, specialmente se sovra-infettato da una concomitante sovrapposizione batterica, rischia di mantenere a lungo la sintomatologia catarrale specie nei bambini.
  • Una persistente sintomatologia rinitica allergica in pazienti con atopia (tendenza genetica a manifestare malattie allergiche), familiarità per asma, scarso controllo dell’infiammazione allergica a livello delle fosse nasali e conseguente maggior rischio d’ iperreattività bronchiale aspecifica, rischia di favorire la trasformazione della semplice rinite allergica in asma bronchiale allergico (vedi “Asma bronchiale: malattia da conoscere”), con comparsa di una sindrome catarrale allergica che aggiunge catarro di provenienza bronchiale a quello già prodotto a livello del naso.
  • Patologie a carico dei seni paranasali, cavità poste nel contesto delle ossa etmoidali, frontali, mascellari e sfenoidali, possono provocare la formazione di catarro mucoso, determinando quadri clinici che non infrequentemente possono cronicizzare (vedi “Sinusite acuta e cronica ”), con tosse produttiva cronica e comparsa di ispessimenti mucosi delle cavità pneumiche paranasali che comportano, talora, la necessità di dover intervenire chirurgicamente.
  • La presenza di una cospicua produzione di catarro mucoso a livello del naso e dei seni paranasali che guadagna la via posteriore faringea, crea le condizioni ottimali, specie in quelle sindromi catarrali che tendono a permanere nel tempo, per lo sviluppo della sindrome rino-bronchiale e della sindrome sinuso-bronchiale, quadri clinici che consistono nel contemporaneo interessamento infettivo-infiammatorio del naso, dei seni paranasali e dei bronchi, periodicamente infettati ed infiammati dalla presenza dello scolare posteriore del secreto catarrale (postnasal drip), che dalle alte vie aeree naso-sinusali raggiunge il distretto bronchiale.
  • Una particolare condizione è quella che si viene a creare, come conseguenza dell’irritazione del faringe e talora perfino delle fosse nasali presente nella malattia da reflusso gastro-esofageo (MRGE), nel caso in cui il reflusso gastro-faringeo, con risalita del succo acido proveniente dallo stomaco, si spinga in alto fino a raggiungere le fosse nasali (vedi “ Tosse, catarro e reflusso gastro-esofageo: il parere dello pneumologo”).
    Tale situazione può giustificare la presenza di un sintomo che prende il nome di “raclage”, termine con il quale si vuole indicare la particolare tendenza di questi pazienti a “ raschiare” frequentemente la gola e a tossire per liberarsi dal catarro, accompagnato spesso dalla necessità di schiarirsi la voce come sintomo di una concomitante irritazione del laringe secondaria al reflusso gastro-laringeo (vedi “Laringite acuta e cronica”).
  • Infezioni faringo-laringee acute con alterazione del timbro della voce, più spesso di origine virale piuttosto che non batterica, possono rendersi responsabili di importanti quadri catarrali con presenza di tosse produttiva.
  • In altri casi, quadri caratterizzati dalla presenza di tosse e catarro particolarmente abbondante e persistente, con facile tendenza a recidivare, sono quelli secondari ad un’anomalia genetica che determina un’alterazione nella funzione di clearance muco-ciliare alla quale mi riferivo all’inizio del presente articolo, quando parlavo del movimento metacronale delle ciglia presenti sulla mucose delle vie aeree.
    Si tratta della “sindrome delle ciglia immobili”, patologia genetica caratterizzata dal malfunzionamento dell’apparato ciliare e dalla conseguente impossibilità del muco prodotto a scorrere, con permanenza e accumulo progressivo dello stesso a livello delle vie aeree e delle cavità nasali, oltreché a livello delle tube che drenano i secreti dall’orecchio medio e dalla mastoide, con frequenti complicanze bronchitiche, sinusitiche, otitiche e oto-mastoiditiche particolarmente pericolose nel bambino.
    Questi quadri catarrali cronici, particolarmente impegnativi da curare, sono responsabili di tosse e catarro che spesso richiede la reiterata somministrazione di antibiotici per controllare quadri infettivi locali spesso non banali, alcuni dei quali possono evolvere fino a quadri polmonitici (vedi “Polmonite e broncopolmonite”).
  • Anche la fibrosi cistica, grave patologia a base genetica, determina quadri clinici caratterizzati dalla presenza di tosse produttiva e presenza di catarro appiccicoso e persistente.
    Nella forma classica completa, essa viene già diagnosticata in epoca pediatrica per la presenza di un’importante compromissione del quadro generale con ritardo di sviluppo del bambino, in presenza di infezioni respiratorie recidivanti talora anche gravi. In alcuni casi, tuttavia, laddove la malattia si presenti con un’incompleta espressione genica, sono possibili quadri clinici intermedi scoperti spesso in età già adulta e difficilmente sospettabili, caratterizzati dalla persistenza di tosse produttiva e quadri catarrali spesso poco spiegabili.
  • Le infezioni acute, virali o batteriche, dei bronchi (vedi “Bronchiti acute e croniche”), sono responsabili della presenza di tosse produttiva con abbondante presenza di catarro di provenienza bronchiale.
    Nei quadri di bronchite cronica, poi, la presenza della tosse produttiva si mantiene, per definizione, per non meno di tre mesi all’anno, anche non consecutivi, per almeno due anni consecutivi, con possibilità di sfumare da un punto di vista clinico e sintomatologico, nel più complesso quadro della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO).
  • Quadri catarrali con tosse produttiva sono spesso quelli caratteristici della sindrome ipersecretiva cronica del fumatore, che rientra nel caso precedente della bronchite cronica indotta da fumo di tabacco e che spesso inizia precocemente, mettendo fortemente a rischio la futura salute respiratoria dei pazienti interessati.
  • Anche la presenza di bronchiectasie congenite o acquisite (vedi “Bronchiectasie e bronchite cronica bronchiectasica“) diviene spesso responsabile di un’importante sintomatologia catarrale con presenza di tosse produttiva persistente.
  • Molte malattie allergiche delle vie aeree, con manifestazioni che possono interessare un po’ tutti i distretti dell’apparato respiratorio, dal naso fino ai bronchi di calibro minore, possono dar luogo a quadri clinici caratterizzati dalla presenza di tosse produttiva.
  • Anche alcune malattie tumorali a carico dell’apparato respiratorio possono rendersi responsabili della produzione di grandi quantità di catarro bronchiale (vedi “Tumore ai polmoni e ai bronchi”), specie nel caso di quei tumori maligni polmonari che corrispondono istologicamente all’adenocarcinoma bronchiale e al carcinoma bronchiolo-alveolare, in modo particolare al sottotipo che origina dalla cellule di Clara.

Conclusione

Non si buttino, allora, i molti “rimedi della nonna” che spesso ci consentono di tentare la guarigione pur senza aver compreso le cause del disturbo.

Ci si ricordi, tuttavia, che dopo un breve periodo di infruttuosi “tentativi” naif, l’unico approccio scientifico al problema resta quello di valutare seriamente con il medico le molte cause che si possono nascondere dietro un sintomo qualche volta purtroppo sottovalutato.

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