Dott. Enrico Ballor – Pneumologo Torino
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Asmatico con Polipi Nasali. Sindrome da Naso Vuoto Operandomi?

Lo Pneumologo Risponde” è la nuova rubrica di questo sito dedicata alle curiosità dei lettori.

La domanda di questa uscita è:

Sono asmatico e ho i polipi nasali. Rischio la “sindrome del naso vuoto” se mi opero?

Rispondo a questo paziente che, dovendosi sottoporre ad un intervento otorinolaringoiatrico di turbino-plastica per ipertrofia dei turbinati del naso e di asportazione di polipi nasali insorti negli anni come conseguenza della sua asma aspirinica, teme di dover patire le conseguenze di un intervento chirurgico che ha letto poter portare alla cosiddetta “sindrome del naso vuoto”. Perché uno pneumologo possa essere chiamato a dare risposta ad un problema di natura squisitamente otorinolaringoiatrica è presto detto.

Esistono delle condizioni patologiche respiratorie di competenza pneumologica che possono condurre negli anni allo sviluppo di una poliposi nasale in soggetti sensibili.

Tra queste, le sindromi allergiche rino-congiuntivali e rino-sinusali spesso associate all’asma bronchiale, l’asma da Aspirina, la sindrome sinuso-bronchiale cronica con “post nasal drip”, la sindrome di Kartagener con sinusite cronica, le vasculiti di interesse pneumologico e più in generale le diverse sindromi eosinofile respiratorie asmatiche con presenza di infiammazione eosinofila che interessa, nel tempo, anche le fosse del naso, con possibile sviluppo di polipi nasali.

In questo caso a farmi la domanda è proprio un paziente affetto da asma da Aspirina che necessita di un intervento di turbinoplastica e di polipectomia chirurgica per la rimozione di polipi nasali insorti nel corso degli anni.

Premesso che la “sindrome del naso vuoto” (o Empty Nose Syndrome – ENS) rappresenta non una malattia in sè, quanto invece la conseguenza di una chirurgia nasale richiesta per risolvere un problema, bisogna chiarire il fatto che una cosa è demolire una ampia parte dei turbinati e delle fosse nasali per rimuovere magari del tessuto tumorale maligno e per salvare la vita del paziente, altra cosa è esagerare nel rimuovere chirurgicamente le stesse strutture anatomiche per un problema non tumorale, che può in seguito richiedere un successivo intervento chirurgico riparatore.

La piacevole sensazione che noi tutti proviamo nel respirare liberamente attraverso un naso “sano” deriva, prima di tutto, da una corretta umidificazione dell’aria inspirata e dalla sensazione dell’aria che “scorre” liberamente nel naso quando viene rispettato e mantenuto un corretto rapporto tra pareti del naso, resistenza al flusso aereo in entrata e “sensazione tattile percepita” dell’aria che scorre in inspirazione all’interno delle fosse nasali.

Ogni modificazione o sovvertimento del rispetto di questi rapporti intercorrenti tra aria e strutture anatomiche nasali, porta inevitabilmente al modificarsi delle “sensazioni sentite” percepite dal paziente in relazione alla piacevolezza del sentir fluire l’aria attraverso il naso in modo fisiologico e funzionalmente appagante.

Secchezza esagerata delle mucose dopo l’intervento e assenza della sensazione tattile del passaggio dell’aria nel naso durante la respirazione, con conseguente falsa percezione di ostruzione nasale derivata impropriamente dalla mancanza di “prove tattili concrete” al passaggio dell’aria stessa all’interno di fosse nasali rese troppo grandi dall’intervento chirurgico, sono i principali sintomi di questa sindrome.

La conseguenza di ciò opera spesso nel provocare a certi pazienti non solamente un disagio fisico, ma altresì disturbi di carattere psicologico e dell’umore.

Ciò premesso, l’invito che faccio a questo paziente è quello di rivolgersi ad un centro operatorio otorinolaringoiatrico di eccellenza che sicuramente sarà in grado di minimizzare gli eventuali rischi post-operatori in questo senso, tenuto in ogni caso conto che l’esito di un intervento chirurgico deve sempre inevitabilmente considerare il fatto che, qualche volta, la pur ottima competenza e abilità tecnica del chirurgo rischiano di incontrare situazioni personali del paziente che, in modo imponderabile, giocano a sfavore di un buon risultato operatorio, non dimenticando in ogni caso mai che il naso, in fondo, non è stato creato dalla natura per essere “demolito”!

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